12 maggio 1992 – Per non dimenticare Giovanni Falcone


La più infame delle stragi si consuma in cento metri di autostrada che portano all’inferno. Dove mille chili di tritolo sventrano l’asfalto e scagliano in aria uomini, alberi, macchine. C’è un boato enorme, sembra un tuono, sembra un vulcano che scarica la sua rabbia. In trenta, in trenta interminabili secondi il cielo rosso di una sera d’estate diventa nero, volano in alto le automobili corazzate, sprofondano in una voragine, spariscono sotto le macerie. Muore il giudice, muore Francesca, muoiono tre poliziotti della sua scorta.Così uccidono l’uomo che per dieci anni li aveva offesi, che li aveva disonorati, feriti. (23 maggio 1992).

Anna Chiara C.

Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola.

L’importante non è stabilire se uno ha paura o meno,è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio, è incoscienza.

La mafia non è affatto invincinbile; è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine. Piuttosto, bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave; e che si può vincere non pretendendo l’eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni.

Gli uomini passano, le loro idee restano. Restano le loro tensioni morali e cammineranno sulle gambe di altri uomini.

Giovanni Falcone …

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Cerca di nn voler apparire mai più colto e sapiente delle persone con le quali ti trovi in compagnia.Nascondi il tuo sapere in un taschino come un orologio.Nn esibirlo per scandire ogni minuto,ma servitene per dire l'ora esatta quando te la chiedono.
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